domenica 28 ottobre 2012

Casetta dell'acqua - 2

Grazie agli interventi di tutti, ora sappiamo che l'Amministrazione ha valutato l'ipotesi di installare la "casetta dell'acqua" e ha deciso in senso negativo, sostanzialmente per questi motivi:
  1. l'acqua di Candia è buona e non è necessario filtrarla ulteriormente;
  2. il costo di installazione era eccessivo;
  3. era elevato anche il costo di manutenzione;
  4. si sarebbero ridotti i ricavi dei commercianti locali.
Su questo ultimo punto vorrei stendere un velo pietoso e non aggiungere nulla a quello che già è stato detto. Spero che non venga utilizzato lo stesso criterio anche per altri argomenti e problemi.

Sul primo punto, invece, assodato che l'acqua di Candia è certamente sicura e buona, bisognerebbe capire perchè ci sia comunque consumo di acqua minerale, naturale e frizzante. In tale quantità, evidentemente, da generare il punto 4: se la casetta dell'acqua riduce i ricavi dei commercianti locali, vuol dire che di acqua minerale se ne vende davvero tanta! Nonostante la bontà e la purezza dell'acqua pubblica. 

I punti 2 e 3 possono essere accomunati in un'unica obiezione: l'eccesivo costo di installazione e gestione. Certamente sono state fatte le dovute ricerche ed analisi. Per pura curiosità, ho guardato qualcosina anch'io; nonostante non abbia l'abitudine a gestire la cosa pubblica. Non dico nient'altro, ma trasferisco anche a voi le informazioni che ho trovato questa mattina in rete.
Di seguito, trovate alcune foto, ricavate da altrettante delibere comunali di paesi di tutta Italia.
Ho riportato soltanto i passi più importanti e più significativi.

Esempio 1 - Comune sito in Sicilia

In sintesi: "cara azienda XY, tu fai tutto quello che c'è da fare per la casetta; l'acqua la vendi a 5 cent. al litro; e paghi 3000 euro all'anno al comune per avere questa concessione".

Esempio 2 - Comune sito in Emilia Romagna
Anche in questo caso il comune non sostiene alcun costo. E' possibile un eventuale guadagno che però non è monetario. In altro punto della convenzione, infatti, si concorda che l'eventuale surplus dovrà essere utilizzato per opere di miglioramento ambientale, effettuate direttamente dall'azienda distributrice dell'acqua.

Esempio 3 - Comune sito in Veneto


Una convenzione più articolata, che non prevede nè costi nè guadagni per il comune. Ma una serie di tutele per il comune.

L'ultimo esempio non è anonimo, ma si riferisce ad una realtà molto vicina a noi: Vigevano. Non è lo stralcio di una delibera, è soltanto una notizia giornalistica, ma coinvolge ASM Vigevano, che è anche l'azienda che gestisce l'acquedotto di Candia. Anche in questo caso si pone in evidenza "senza oneri per il comune".


Ci sono altri esempi in rete, che a volte prevedono un concorso fra comune e azienda distributrice nel costo di installazione. Naturalmente gli accordi dipendono da tanti fattori, non esclusa l'entità della popolazione servita. Ma le varietà di accordo sono tali da soddisfare ogni esigenza.
E' interessante leggere che qualche comune si preoccupa di offrire ai propri cittadini una possibilità di risparmio non indifferente, prima di considerare il possibile minor ricavo dei commercianti. Probabilmente considerando che i soldi risparmiati sull'acqua molto facilmente verranno spesi in altro.
E con questo credo di aver detto tutto ciò che sapevo sulle "case dell'acqua".
E non perchè ne sia particolarmente favorevole: a livello personale non cambierebbe nulla, perchè bevo l'acqua del rubinetto.
Ma perchè non sempre ci si può fermare alla motivazione "non ci sono soldi".
Questo vale per tutti. Poi c'è chi trova ugualmente una soluzione accettabile. La si può trovare per l'acqua, ma anche per molti altri problemi.
Chissà! Forse, se a suo tempo l'amministrazione avesse fornito qualche indicazione sul progetto, qualcuno avrebbe potuto indicare soluzioni alternative, che riuscissero, come si dice, a salvare capra e cavoli.

8 commenti:

  1. Il commento lo faccio io, come al solito, sempre un pò polemico. Ne abbiamo parlato tante volte, anche con mio marito presente: ma come dice il proverbio non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, o chi non gradisce il gusto dell'acqua della casa. Rosella

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    1. Visto che siamo in vena di proverbi: gutta cavat lapidem. La goccia scava la pietra. Ma la goccia deve essere continua e paziente.

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  2. magari siamo ancora in tempo per salvare gli ovini e la verdura, possiamo interessarci se possibile adottare una soluzione simile a quelle sopra indicate. Però dire che " a suo tempo l'amministrazione avesse fornito qualche indicazione sul progetto, qualcuno avrebbe potuto indicare soluzioni alternative" mi sembra che sia fare dietrologia.
    Stefano Tonetti

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    1. No, Stefano. Non è dietrologia, è collaborazione. Più volte ho detto che le decisioni competono a voi e non credo che un'amministrazione possa lavorare chiedendo sempre in anticipo cosa fare e come farlo. Ma chiedere la collaborazione, o rendere noto che si intende affrontare un progetto e quindi ricevere, spontaneamente, suggerimenti e idee, permette di avere un maggior confronto fra soluzioni alternative. La decisione diventa quindi più motivata. In un paese piccolo come il nostro è facile incontrare amici e conoscenti: una parola, due chiacchiere, e le idee vengono fuori da sole. Su qualsiasi argomento. Poi le diverse idee vanno approfondite, vagliate, analizzate fino all'osso. Molte saranno scartate, qualcuna risulterà inapplicabile, qualcun'altra potrebbe essere, molto raramente, il famoso uovo di Colombo. Tutta questa seconda parte tocca a chi ha il compito di amministrare. Ma chiedere la collaborazione di altri non sminuisce il ruolo. Anzi, lo qualifica ancora di più.

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  3. da qualche tempo (grazie a questo blog e alla pag di fb) la comunicazione con i cittadini e tra i cittadini è notevolmente migliorata; tanto, in alcuni casi, da potersi intendere come collaborazione attraverso consigli o segnalazione di esigenze specifiche. L'amministrazione per chiedere collaborazione relativamente a progetti possibili dovrebbe aver ricevuto la disponibilità di qualcuno a darla. Visto che non sono a conoscenza di questa disponibilità , riferita al momento in cui abbiamo affrontato il tema in oggetto, penso di poter affermare che si tratti di dietrologia. Se invece mi sbaglio sono pronto a fare ammenda e a rimediare ad esso per quanto possibile.
    Stefano Tonetti

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    1. E' nato prima l'uovo o la gallina?
      I cittadini hanno votato ed eletto i consiglieri, quindi hanno mostrato disponibilità.
      Se chiedi, forse ottieni.
      Se non chiedi, certamente non ottieni.

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  4. Concordo con Pietro che su fb propone di fare un bel sondaggio..E' l'unico modo per dare modo alla gente di dare voce alle proprie esigenze che da troppo tempo vengono disattese
    "...libertà è partecipazione.." cantava G.Gaber.

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    1. Lo Statuto del nostro comune prevede molte possibilità perchè i cittadini possano esprimere il loro pensiero. Forse questo argomento merita un apposito post, anche se tutti quelli che abitualmente usano internet possono andare a leggerlo sul sito del Comune.

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