mercoledì 3 ottobre 2012

Il futuro prossimo - 2

Abbiamo visto la quota fissa della RES (la nuova Tarsu) e il contributo, anch'esso fisso) di 30/40 cents peri "servizi".
Oggi vediamo cosa dice la legge per la parte variabile.

"La tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base dei criteri determinati con il regolamento..."

Anche qui, la traduzione dal burocratese diventa: più rifiuti produci, più paghi. Ma anche: minor "qualità" dei rifiuti, maggior tassa.
E c'è una corretta analisi: a parità di metri quadri occupati, certamente produce meno rifiuti una coppia di coniugi soli che una famiglia di 4, 5 o 6 persone. Allo stesso modo, vi è una notevole differenza, per esempio, fra chi tiene gatti in casa e chi no. (e non ho nulla in contrario, faccio solo un esempio): la sabbia per i gatti ha un notevole peso, viene sostituita con periodicità più o meno frequente, è molto poco o per nulla riciclabile. 
Ecco l'altra parola che aiuta a definire la "qualità" dei rifiuti.
E infatti nell'articolo di legge compaiono altre due note:

"Nella modulazione della tariffa sono assicurate riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche.
Alla tariffa è applicato un coefficiente di riduzione proporzionale alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero."


Traduzione: più differenzio, meno pago.
Con un vantaggio in più: queste possibili riduzioni si applicano anche alla quota di 30/40 cents per "servizi".
E poi ci sono altre possibili riduzioni tariffarie, che si applicano sia sulla parte variabile, sia sulla quota 30/40 cents:
  • abitazioni con unico occupante;
  • abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo;
  • locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;
  • abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero;
  • fabbricati rurali ad uso abitativo.
Qui non c' bisogno di traduzione. Non vi riporto neanche le parti in cui si conferma che rifiuti speciali hanno un trattamento particolare.
Anche i comuni hanno l'obbligo di emanare un proprio regolamento in merito, che definisca i seguenti aspetti:
  • la classificazione delle categorie di attività con omogenea potenzialità di produzione di rifiuti;
  • la disciplina delle riduzioni tariffarie;
  • la disciplina delle eventuali riduzioni ed esenzioni;
  • l'individuazione di categorie di attività produttive di rifiuti speciali alle quali applicare, nell'obiettiva difficoltà di delimitare le superfici ove tali rifiuti si formano, percentuali di riduzione rispetto all'intera superficie su cui l'attività viene svolta;
  • i termini di presentazione della dichiarazione e di versamento del tributo.
Credo inutile ribadire qui l'importanza della differenziazione dei rifiuti: se ne parla ormai da così tanto tempo che dovremmo essere tutti ottimi differenziatori.
Al contrario, e per quanto riguarda il nostro paese, quante volte nei cassonetti dell'indifferenziato si trovano scatoloni di cartone, spesso neanche piegati? E quanti altri esempi negativi potremmo fare in capo a tutti noi?
Può essere interessante riportare due grafici che compaiono nel PGT (Documento di scoping della VAS) e che confrontano la provincia di Pavia con le altre province lombarde e il nostro comune con quelli limitrofi.

La provincia di Pavia è buona ultima fra le province lombarde, e non di poco!
E il nostro comune non vuole essere da meno:

L'unico paese, fra quelli confinanti, che fa meno raccolta differenziata di noi è soltanto Motta de' Conti.
Il primo commento che si può fare è che, come paese, non siamo molto attenti alla raccolta differenziata.
Possiamo anche chiederci se abbiamo qualche supporto nel migliorare il nostro atteggiamento.
Ma torniamo al nostro argomento rifiuti/tassa.
Ognuno di noi può ridurre l'onere da pagare, in funzione di due aspetti: minor produzione di rifiuti e maggior differenziazione. Però...
Però deve esserci anche la possibilità di misurare questi due aspetti e questa possibilità compete soltanto agli amministratori comunali. Di tutti i comuni, non sto parlando solo del nostro.
Sarà forse per questo motivo che tanti comuni sono passati alla modalità di raccolta "porta a porta", che permette di misurare quantità e qualità dei rifiuti? Anche se è vero che mettere in piedi questo sistema comporta dei costi. Che altri hanno affrontato prima che il problema fosse a totale carico dei comuni. Molte iniziative di raccolta "porta a porta" sono infatti partite quando è stato varato per la prima volta il decreto sul "federalismo fiscale" e sono state accellerate quando si è incominciato a parlare di modifiche nella tassazione della raccolta rifiuti.
Per ambientalismo, senza dubbio, ma anche per convenienza economica.
Potrebbe essere interessante sapere se il nostro comune ha già analizzato questo problema e a quali conclusioni è giunto: resterà tutto come prima? ci sarà qualche modifica? eventuali cambiamenti sono stati considerati e scartati con adeguate motivazioni? due pensionati continueranno a pagare quanto una famiglia di sei persone con due gatti? continua ad essere necessario un più frequente svuotamento dei cassonetti perchè occupati da scatoloni non piegati? perchè ci lamentiamo, giustamente, dei residui canini sulle strade e non ci lamentiamo delle sedie (intere!) buttate fra i rifiuti indifferenziati? 
E, per prima cosa, è stata fatta un'analisi, preventiva e sommaria per ora, per capire se la RES ci costerà più della Tarsu e se il comune prevede di applicare la quota di 30 cents per metro quadro o dovrà aumentare fino a 40?
E' vero, non è stata una bella festa di capodanno 2013. Ma vi aspettano altre sorprese. 

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