lunedì 8 ottobre 2012

Volontariato e amministrazione

Per precedenti impegni familiari, non ho partecipato attivamente alla festa di sabato e domenica. Ma credo che nessuno possa esprimere un giudizio migliore di quello postato da Zulejka sulla pagina FB dell'Amministrazione.
Vorrei solo ricordare che è la stessa Zulejka che si augurava che il portale Amministrazione diventasse un luogo di scambio di opinioni, svincolato da "appartenenze a clan"; che ha postato commenti sulla pulizia del cimitero; che per prima ha espresso perplessità sulla nuova tinteggiatura del Palazzo; che ha condiviso le precisazioni di Rosella sulla "qualifica" delle critiche: non attacchi personali, ma partecipazione critica all'amministrazione del nostro Paese.
E dopo questa "sviolinata", sentita e sincera, affronto un argomento che credo di interesse comune. 
Gli ultimi interventi sulla pagina dell'Amministrazione Comunale hanno ripreso il tema dei rapporti fra associazioni di volontariato e amministrazione di un comune. 
Tutte le istituzioni pubbliche sono tenute a sostenere e agevolare le associazioni di volontariato.
Anche il nostro Comune ha previsto questi aspetti nel proprio Statuto: 


Art.11
(Forme associative)
............
Il comune riconosce e valorizza le libere forme associative, il volontariato e gli organismi operanti nel territorio con fini sociali e culturali, non aventi scopo di lucro, quali strumenti di espressione e di partecipazione dei cittadini all’amministrazione locale.
A tal fine il Comune:
  • sostiene i programmi e l’attività delle associazioni aventi finalità riconosciute di interesse dell’intera comunità;
  • definisce le forme di partecipazione delle associazioni all’attività di programmazione dell’ente e ne garantisce comunque la rappresentanza negli organismi consultivi costituiti;
  • può affidare alle associazioni o a comitati appositamente costituiti l’organizzazione e lo svolgimento di attività promozionali, ricreative e in generale attività di interesse pubblico da gestire in forma sussidiaria o integrata rispetto all’Ente;
  • coinvolge le associazioni del volontariato nella gestione dei servizi e nella attuazione di iniziative sociali e culturali.
Art. 12
(Volontariato)
Il comune promuove forme di volontariato per un coinvolgimento della popolazione in attività volte al miglioramento della qualità della vita personale, civile e sociale, in particolare delle fasce in costante rischio di emarginazione, nonché per la tutela dell’ambiente.
Il comune garantisce che le prestazioni di attività volontarie e gratuite nell’interesse collettivo e ritenute di importanza generale siano tutelate sotto l’aspetto infortunistico.
  

 Quindi le associazioni sono strumenti di espressione dei cittadini e della loro partecipazione all'amministrazione locale; l'amministrazione può affidare alle associazioni attività di interesse pubblico da gestire in forma sussidiaria o integrata.
Cioè, le associazioni possono svolgere attività che il comune (spesso a causa di risorse limitate) non può svolgere con la dovuta completezza. E questa è una forma sussidiaria. Ne sono un esempio, in molte città d'Italia, le associazioni di pensionati che si offrono, volontariamente, di svolgere un ruolo di controllo nelle vicinanze delle scuole, assumendo il compito di "vigili urbani" e regolando il traffico veicolare per agevolare e rendere sicura l'entrata/uscita dalle scuole di primo grado.
Oppure, possono svolgere un'attività "integrata": ne è stato un esempio anni fa la partecipazione di associazioni volontarie alla gestione delle Olimpiadi Invernali di Torino. In quel caso la loro attività si è integrata con quella del Comune: le associazioni si sono messe a disposizione del Comune, che ne ha definto compiti e limiti.
Altrettanto è avvenuto in occasione della visita del Papa a Vigevano. In quel caso il servizio d'ordine, su istruzioni del Comune e delle forze dell'ordine, è stato affidato (in parte) agli scout.
Lo stesso vale per la Protezione Civile: i volontari svolgono un'attività "integrata" che non presuppone autonomia, ma una precisa adesione agli ordini e alle istruzioni che provengono dalle autorità competenti.
E proprio quest'ultimo esempio definisce ciò che le associazioni non possono e non devono essere: "strumenti per la determinazione della politica da perseguire".
Ogni tipo di politica tende a generare dei favorevoli e dei contrari e ciò porterebbe a generare, anche all'interno delle associazioni, i raggruppamenti di pro e contro.
Al contrario, lo Statuto (e le leggi in merito) definiscono che le associazioni devono tendere a favorire l'interesse generale della comunità in cui operano. E' naturale che le attività proposte e realizzate dalle associazioni hanno una componente "politica", cioè rivolta alla città: in questo senso possono contribuire ad orientare le amministrazioni verso un governo che maggiormente risponda alle richieste della popolazione. Ma se diventano "strumento di determinazione", di fatto sono dei supporter o dei fiancheggiatori di una o dell'altra parte.
Se il successo della festa di domenica fosse da attribuire alla motivazione di supportare (o contestare) l'attuale amministrazione, sarebbe un successo molto effimero e viziato, difficile da ripetere.
E infatti lo Statuto insiste sul riconoscimento e appoggio (anche economico) delle associazioni che operano "nell'interesse dell'intera comunità".
Un'associazione che proponesse la promozione e valorizzazione della storia della gondola, sarebbe poco rappresentativa a Candia e quindi non ci sarebbe da meravigliarsi se il Comune non la sponzorizzasse. Ma a Venezia?
Per questo motivo esiste una distinzione di ruoli fra associazioni e amministrazione. L'amministrazione, che è rappresentanza di tutti i cittadini ma è stata scelta dalla maggioranza di loro (non da tutti), deve provvedere al governo del paese nel rispetto di tutte le leggi e norme ma anche nel rispetto delle proposte di programma condivise dalla maggioranza degli elettori.
Una associazione deve operare nel rispetto del proprio statuto e nel rispetto delle scelte effettuate dai suoi soci, che possono essere trasversali rispetto alle scelte elettorali.
La difesa di questa distinzione di ruoli e di compiti permette a entrambi di collaborare, pur mantenendo ciascuno la propria specifica identità.
A maggior ragione ciò vale per le associazioni, che devono contare su questa collaborazione solo per la validità e rappresentanza delle iniziative che propongono, e non per l'appoggio o la simpatia che possono avere da una o l'altra parte degli "elettori politici".
Allo stesso modo, le amministrazioni devono avere la certezza che le associazioni non svolgono un ruolo di supporto "elettorale", perchè sarebbero forzatamente spinte a favoritismi impropri. E, purtroppo, devono continuare a fare le loro scelte anche sulla base delle risorse disponibili, definendo scale di priorità che non sempre coincidono con gli interessi delle associazioni.
Personalmente, sono convinto che qualsiasi associazione deve fare in modo di essere sempre più autonoma e sempre meno dipendente da contributi degli enti pubblici. Deve dipendere solo dai propri soci e simpatizzanti. Se non riesce a raggiungere questo risultato, vuol dire che la sua proposta non rappresenta l'interesse pubblico generale, ma solo di una piccola parte. E allora, perchè mantenerla?

2 commenti:

  1. dipendere solo da soci e simpatizzanti potrebbe avere come conseguenza che che il successo di questa o quella associazione dipenda dalla facoltà dei suoi soci di pagarne attività e promozione, non solo dalla qualità della proposta ma dalla ricchezza dei sostenitori

    tra l'altro, così operando, l'associazione diventerebbe automaticamente dipendente, condizionabile e, nell'ipotesi peggiore, ricattabile da quei soci il cui contributo diventasse determinante per la sopravvivenza

    senza dimenticare che spesso le scelte delle amministrazioni, e non mi riferisco a quella di candia, scelgono le associazioni da sostenere in base alla loro vicinanza ai propri programmi o al sostegno elettorale che possono garantire

    al di là dei prioritari motivi economici, e degli esempi citati di gestione logistica di alcuni eventi irripetibili, se un'associazione svolge un servizio riconosciuto alla comunità (in particolare sociale o culturale) che l'amministrazione non può o non vuole svolgere in autonomia, perché non sostenerla anche con soldi pubblici? e il risparmio sul sostegno alle migliori intenzioni dei cittadini a quali alternative + meritorie dovrebbe essere indirizzato?

    commento lungo... ma tanto è gratis!

    ciao

    giorgio

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    1. Era necessario che, prima o poi, arrivasse un commento critico. Che probabilmente permette anche di fare un po' di chiarezza.
      E' indubbio che il successo di qualsiasi associazione dipende dalla "risposta" dei soci: se i soci non rispondono, di solito dipende da uno di questi motivi:
      - scarso appeal dell'associazione;
      - proposte/attività non condivise;
      - iniziative progettate con troppa presunzione;
      - eccetera.
      Vale sempre il concetto che un prodotto è valido se ha delle qualità intrinseche e se viene acquistato. Mancando questa seconda condizione, è giusto che sorgano dei dubbi sul prodotto.
      L'associazione risponde soltanto ai suoi soci. Che sono tutti uguali e non hnno particolari privilegi in funzione dell'eventuale contributo finanziario. Se l'associazione si lascia condizionare dai "benefattori" incomincia a perdere il suo appeal; e torniamo al punto precedente.
      Le amministrazioni (in genere, senza nessun riferimento alla situazione locale) possono essere tentate dal fornire il proprio appoggio in funzione degli eventuali "ritorni" politici o elettorali. E questa è la miglior spiegazione del fatto che l'associazione NON DEVE connotarsi politicamente e deve rendersi quanto più possibile autonoma.
      Le associazioni che svolgono un servizio all'interesse generale della comunità sono sostenute per legge dalle amministrazioni locali. Che, però, devono fare i conti anche con il proprio bilancio e con i propri obblighi. Non è quindi detto che, a fronte di una richiesta (da parte dell'associazione) di 100, l'amministrazione possa rispondere con 100: forse riesce a rispondere soltanto con 50 o 20.
      La soluzione migliore dovrebbe essere quella di dimostrare all'amministrazione pubblica la validità dell'associazione e il fine rivolto all'interesse generale; a questo punto è possibile richiedere un contributo periodico, non finalizzato ad una particolare iniziativa o evento, ma solo al sostentamento, insieme ai soci e ad altri donatori volontari, dell'associazione in quanto tale. Una sorta di "iscrizione annuale all'associazione". In questo modo, anche per il bilancio dell'ente pubblico, diventa una voce stabile delle uscite, meglio gestibile di eventuali contributi spot.
      Per quanto riguarda le eventuali alternative più meritorie di ottenere il sostegno dell'amministrazione pubblica, occorre evidenziare le differenze fra realtà locali. In alcune situazioni, i bilanci sono tali per cui la contribuzione a particolari richieste di associazioni può essere valutata in punti percentuali sul bilancio stesso. E coprire tali esigenze, seppur meritorie, potrebbe comportare (per esempio) l'aumento dei tributi locali. E ho l'impressione che evitare tali aumenti sarebbe mooolto più meritorio che sostenere il progetto di una associazione.
      Anche la mia risposta è lunga ma, appunto, è gratis.
      Ciao!!!

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