Incominciamo con una precisazione indispensabile, con riferimento al Decreto Legislativo 152 del 2006, articolo 205:
ART. 205
(misure per incrementare la raccolta differenziata)
1. In ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti: (misure per incrementare la raccolta differenziata)
a) almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006;
b) almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008;
c) almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012.
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3. Nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli obiettivi minimi previsti dal presente articolo, e' applicata un'addizionale del venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'Autorità d'ambito, istituito dall'articolo 3, comma 24, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, che ne ripartisce l'onere tra quei comuni del proprio territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste dal comma 1 sulla base delle quote di raccolta differenziata raggiunte nei singoli comuni.
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Forse ci sono state deroghe, o sono stati spostati gli obbiettivi, o sono stati ridotti. Però è vero che, secondo il PGT, noi a Candia abbiamo una percentuale di raccolta differenziata che non supera il 24%. Il dato dovrebbe essere riferito ad un anno compreso fra il 2006 e il 2010, il PGT non è chiaro su questo punto. E' comunque un risultato inferiore a quanto previsto per il solo 2006 e molto lontano dall'obbiettivo 2012.
L'ambito di cui parla la legge è quello servito dal CLIR, che per il 2011 dichiara una raccolta differenziata pari a poco più del 40%.
In pratica, quasi tutta la Lomellina è al di sotto dei limiti previsti e sarebbe interessante sapere se le sanzioni definite dal decreto vengono applicate prima al CLIR e da questo girate, in modo proporzionale, ai diversi comuni, incrementando di fatto l'imposta pagata dai cittadini.
Se così fosse (ma chi lo sa?), attuare una corretta e corposa raccolta differenziata potrebbe far diminuire del 20% i costi oggi sostenuti dal comune e recuperati tramite la TARSU.
Questa analisi potrebbe essere sbagliata, ma non ho tutti i dati e le informazioni necessarie. Certamente sono in possesso degli addetti ai lavori, che potrebbero smentire (con molto piacere da parte mia) ciò che scrivo.
Sono però sicuro che i limiti percentuali di raccolta differenziata esistono ancora, perchè sui vari regolamenti specifici di comuni, province e regioni reperibili in rete si fa normalmente riferimento al "65% da raggiungere entro il 2012".
Spesso tutti noi ci scagliamo contro la "civiltà dei consumi", criticandone tutti gli aspetti negativi. Uno di questi è il fatto che la civiltà dei consumi è molto comoda: è più facile buttare via qualcosa di rotto o consumato e comprare il nuovo, piuttosto che riparare o riusare; è più comodo non dover riportare la bottiglia di vetro vuota al negoziante (e farci ridare la cauzione); è più comodo buttare dove capita il giornale già letto, piuttosto che bagnarlo, farne una palla, lasciarla seccare e usarla poi nella stufa o nel camino. Ho usato questi esempi perchè li conosco per esperienza diretta. Certamente oggi la "palla di giornale" sarebbe poco utile per i termosifoni e le caldaie a metano. Ma ognuno di voi ha sicuramente altri esempi.
Ci siamo abituati a "buttare e ricomprare", perchè è più comodo. E perdere abitudini comode è molto difficile.
Prima ancora di scegliere se sia meglio il sistema di raccolta rifiuti attraverso cassonetti o attraverso la raccolta porta a porta, potremmo incominciare a fare una corretta raccolta differenziata, imparando bene a separare, pulire, stoccare e poi "conferire" nei corretti cassonetti.
E per fare questo è quasi indispensabile una attenta e specifica informazione, anche martellante, da parte di chi ha il compito di gestire raccolta e smaltimento.
Poi ci sono anche molte altre attività possibili, anche piacevoli e interessanti. Alcune sono anche vantaggiose.
A mio parere, questo ultimo punto è molto importante e si rifà ancora alla "civiltà dei consumi". Negli anni di "vacche grasse" tutti abbiamo considerato che costava di meno buttare e ricomprare che aggiustare e riusare. Oltre alla comodità, avevamo anche uno stimolo economico. Rivoltare un cappotto ormai consumato e riusarlo ancora per qualche anno costava meno che comprarlo nuovo. Quando questo rapporto si è invertito, è diventato logico buttare il vecchio e comprare il nuovo.
Quindi la domanda è: qual'è il vantaggio economico della raccolta differenziata o della "civiltà del riuso"?
Potete rispondere qui, se vi va. Vi rammento che non è necessario seguire le istruzioni fornite dal sistema: scrivete il vostro commento, se volete mettete il vostro nome alla fine, e poi cliccate su pubblica e scegliete, fra le diverse opzioni che compaiono, "anonimo". Il commento verrà pubblicato, appunto, come anonimo, ma con il vostro nome (se avete deciso di metterlo) in calce.
Oppure potete rispondere sulla pagina dell'amministrazione comunale.
Come sempre, fate come vi pare. L'unico invito è: fate!
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