Notte di Capodanno. Botti troppo esagerati. Vetri rotti alla scuola elementare. Indignazione, rabbia, sconforto. Indagini e identificazione dei responsabili. Che pagheranno i danni.
Due righe e il "caso" di inizio 2013 è finito. O no?
A me sono venuti un po' di pensieri, che vanno oltre il singolo fatto.
Anch'io, da ragazzino, aspettavo l'ultimo dell'anno perchè papà portava a casa qualche razzetto e qualche fontana luminosa: molta luce, molto colore, un po' di risate tutti assieme, ma pochissimo baccano.
Più adulto, aspettavo l'ultimo dell'anno per vedere negli occhi dei miei figli l'emozione e l'allegria procurata da razzetti, fontane e girandole che io compravo. Ma ancora, tanta scenografia e poco rumore.
Perchè per noi era importante avere un'altra occasione di ridere assieme e SENTIRE le risate, gli incitamenti, le emozioni.
Poi, quando i figli sono diventati più grandi, mi hanno fatto capire (con qualche discreto giro di parole) che a fine anno i "botti" preferivano farli in "altro modo", certamente con altre compagnie.
E allora mi viene spontanea qualche riflessione.
Per qualcuno i botti di fine anno sono validi soltanto se fanno tanto rumore: ogni anno vanno a cercare i più grossi e quelli che fanno più baccano. Come se, in pratica, non avessero nient'altro da proporre se non un "rumore" in grado di sovrastare tutti gli altri. Come se la loro affermazione dipendesse esclusivamente dalla capacità di urlare più degli altri. Il vuoto totale di contenuti, pensieri ed emozioni è riempito dal rumore. E tanto più è assordante il rumore, tanto più è evidente il "silenzio" di cuore e cervello. E, quasi sicuramente, la loro solitudine. Certamente si ritrovano fra di loro, perchè hanno gli stessi "non-interessi", perchè ciascuno di loro ha bisogno di dimostrare la sua prevalenza sugli altri; ha bisogno di essere riconosciuto "capo". E allora urla, strepita, fa un rumore spaventevole. Perchè, se non spaventa gli altri, cosa gli resta?
Di quelli che accompagnano questo triste personaggio non vale neanche la pena di parlare: seguono chi urla di più, spesso non hanno neanche la capacità di capire se, oltre al rumore, c'è qualche contenuto. Sono soltanto degli specchi: un pezzo di vetro di poco valore, con una pellicola opaca su un lato, sul quale il "capo" si guarda, si rimira e si immagina bello. In pratica, sono banalissimi strumenti al servizio di chi urla più di loro.
E poi ci sono gli altri. E qui il ragionamento diventa più difficile e amaro.
Gli altri siamo tutti noi, che guardiamo, ascoltiamo, disapproviamo, ma stiamo zitti.
Per paura, per vergogna, per pigrizia, per menefreghismo, per convenienza.
La paura di essere additati come quelli "che hanno fatto la spia".
La vergogna di non essere intervenuti al momento giusto.
La pigrizia che ci spinge a non volere "altre grane".
Il menefreghismo, perchè tanto non sono fatti nostri.
La convenienza personale: ci guadagno qualcosa se intervengo? o se non intervengo? Cosa mi conviene di più?
E facciamo fatica a scegliere la strada più immediata: che cosa è GIUSTO che io faccia?
Gli imbecilli, quelli capaci soltanto di fare rumore, purtroppo saranno sempre presenti. Ma dipende soltanto da noi riuscire a limitarli e isolarli e, se possibile, educarli: a pensare e parlare; a criticare e proporre; ad ascoltare e decidere. E, forse, non avranno più bisogno di fare "botti".
Nonostante tutto, ancora buon 2013!!!
Il mio commento l'ho fatto su amministrazione comunale. Mi rammarico solo che ormai non c'è più limite a nulla, tutto è permesso e inoltre il menefreghismo, o meglio se non danneggiamo me che me frega, impera. Tutto questo mi lascia molto triste, neanche la rabbia riesce a scalfire questo senso di amarezza che sento nel cuore quando succedono eventi di questo genere. Mi auguro veramente che questo nuovo anno porti a risvegliare il torpore che ci ha accompagnati in questi ultimi anni, che il bene comune diventi ancora l'obbiettivo per il nostro futuro, perchè se stiamo bene tutti, tutto può andare meglio, ma se penso solo a me, finirò per annegare nel mio egoismo.Nonostante tutto, auguri anche da parte mia, Rosella
RispondiEliminaC'è una teoria scientifica che dimostra come il volo di una farfalla in una parte del mondo può generare un uragano agli antipodi di quel mondo. O qualcosa del genere. Al di là della veridicità o meno di questa teoria, una cosa è certamente vera: nessuno di noi può considerarsi un "corpo separato" in mezzo agli altri. Siamo fatti di rapporti reciproci e interdipendenti. Torniamo al post di apertura di questo blog e al motto che lo contraddistingue: lo scambio di idee ci rende tutti più ricchi. E se tutti sono più ricchi, lo sarò anch'io. Ma se soltanto io divento più ricco, alla fine come utilizzerò la mia ricchezza?
EliminaUn fatto di puro teppismo vandalico, come tu hai ben illustrato, assolutamente deprecabile. I protagonisti non si sono però limitati a fare solamente "rumore" in quanto pare che i botti siano stati posizionati intenzionalmente per danneggiare le finestre della scuola. Siamo quindi sicuri che questo atto sia di soggetti vuoti interiormente e bisognosi di visibilità, di un errato senso di affermazione nel proprio gruppo? Non conosco i protagonisti, ma mi verrebbe di pensare che, visti i tempi grami che stiamo attraversando politicamente ed economicamente e senza attribuire loro un'intenzione di attentato alle istituzioni, possano invece denunciare un profondo disagio sociale interiore a cui loro stessi non sanno dare un nome. Questo sarebbe il contrario del "vuoto". Vera comunque è l'affermazione che dobbiamo scrollarci dall'individualismo egoistico che impera ormai da diversi anni. Giovanna Tosi
RispondiEliminaGiustissimo il tuo riferimento al disagio sociale. Ma bisognerebbe anche capire quali sono le origini del disagio. Personalmente, posso capire il disagio di chi, giovane, si sente escluso dal mondo del lavoro e non riesce quindi ad esprimersi. Avrei qualche dubbio su chi, invece, motiva il suo disagio sulla impossibilità di accedere all'ultimo modello di "telefonino/macchina del caffè". Perchè se il disagio nasce da queste motivazioni, vuol dire che già prima c'erano pochi contenuti.
EliminaSecondo la "Teoria delle finestre rotte" (http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_finestre_rotte), in un territorio con segnali di abbandono è più facile che accadano episodi di vandalismo sui beni di cui nessuno si prende cura. Con la conseguenza che, se non riparati al più presto, i danni provocati (es. i vetri rotti o le scritte sui muri), peggiorano ulteriormente il territorio e favoriscono comportamenti analoghi e altri crimini: In conclusione "quando le persone osservano che altri violano una determinata norma sociale o una legge, si sentono a loro volta più facilmente autorizzate a violare le regole".
RispondiEliminaTutto questo per dire che dove sono evidenti i segnali di cura del territorio e dei suoi cittadini, episodi di questo tipo non accadono e la comunità riconosce il valore (anche economico) del rispetto delle regole e della sanzione per chi le viola.
Auguri papà, come spari i botti tu nessuno ti batte! :)
Per evidente e conclamato conflitto di interesse, non posso rispondere a questo commento! Se qualcuno vuol farlo al posto mio, ben venga! Però mi è permesso dire: GRAZIE!!!
EliminaTendenzialmente mi trovo d'accordo con questa teoria, che potrebbe essere anche banalmente associata a :ognuno raccoglie ciò che semina. A volte però penso che ci siano delle eccezioni. Mi sembra ormai nota la mia vena polemica e critica verso l'attuale amministrazione, che è così forte proprio perchè da me in passato sostenuta. Ma mi sembra che rispetto a altre amministrazioni precedenti si è mantenuta sulla stessa linea del menefreghismo per il territorio governato. Anzi forse in passato qualcuno spudoratamente ha fatto molto bene i propri affari edili. Ma questa è un'altra storia. Sulle eccezioni volevo soffermarmi: neanch'io conosco gli autori di tali atti, ma anche questi sono sempre il culmine di atteggiamenti ormai diventati consuetudine: al parchetto quando si gioca, si può rompere la rete, si sta seduti sugli schienali delle panchine con i piedi al posto del sedere, nella bella stagione per passare sotto il viale del cimitero bisogna farsi largo tra ragazzi che praticamente invadono l'intero passaggio pedonale, e bisogna chiedere permesso altrimenti non si spostano. Oppure le macchine e moto sempre parcheggiate a lato del viale del cimitero con portiere aperte. Schiamazzi in piazza a qualsiasi ora sopratutto della notte. Pacchetti vuoti di patatine, birre ect. lasciate ovunqua all'infuori dei cestini.Questo è sotto gli occhi di tutti perchè tutti vediamo, e cosa facciamo? Mia figlia, una volta che ho ripreso un suo ex compagno di scuola delle medie perchè bestemmiava, mentre passavamo in bicicletta davanti al parchetto mi ha detto: stai zitta, non è tuo figlio! Ma io e mio marito non abbiamo insegnato l'omertà ai nostri figli ma aimè il messaggio che passa è questo. Una volta che sapremo chi sono i responsabili di tali atti potremo capire se sono figli del " disagio" o figli del "non so più come divertirmi, perciò rompo i vetri della scuola".Rosella
RispondiEliminaMi hai tolto dal "conflitto di interesse" e posso intervenire!
EliminaE' indubbio che il riferimento alla "teoria delle finestre rotte" chiama in causa direttamente chiunque sia delegato alla cura ed amministrazione di territorio e cittadini. Però è altrettanto vero che chi ha concesso quella delega, cioè gli elettori, non è esentato da compiti di cura ed amministrazione, nè dal rispetto della normale prassi del vivere insieme. Anch'io ho definito "comportamento mafioso (o omertoso) quello di chi gira la schiena e fa finta di non vedere. Ma l'omertà, come ci viene tradotta dai libri, è conseguente a un vantaggio personale, spesso di tipo economico, o alla paura di subire danni. La "privatizzazione" (non so in che altro modo chiamarla) dei comportamenti, che sfocia poi nel menefreghismo, è qualcosa d'altro, non legata all'ottenimento di un vantaggio personale. Ognuno è libero di farsi i fatti suoi, finchè non mi pesta i piedi. Se tu rimproveri qualcuno che si siede sulla spalliera delle panchine, spesso ti senti rispondere: "che fastidio ti dò?". Traducendo un concetto di vivere comune, in teoria di senso generale, in semplice rapporto personale. E questo porta poi a dire che l'educazione è un fatto privato fra genitori e figli, nel quale non deve intervenire nessun altro. E quanto più si diffonde un pensiero di questo tipo, tanto più aumentano "le finestre rotte", che poi stimolano comportamenti dello stesso tipo. Da bambino, a scuola, ho preso un ceffone per non so più che cosa avevo fatto. Quando me ne sono lamentato a casa, ne ho preso un altro. Un insegnante oggi non deve alzare le mani su uno studente (ed è giusto che sia così), ma se evidenzia, a parole, la maleducazione di uno studente, viene rimproverato dal genitore di quello studente. Perchè, appunto, l'educazione è diventata un fatto privato, molto privato.
Più di una volta ho cercato d'inculcare nei mei figli il principio che quando si vede qualcosa che non va è bene intervenire, per il bene proprio e della comunità, cosi è stato questa estate quando la mia seconda figlia si è accorta del fatto che una sua amica veniva infastidita da un signore anziano, l'ho invitata ad avvisare la madre dell'amica che poi ha fatto esposto ai carabinieri. Lo stesso ho fatto ieri sera con la figlia grande, spiegandole che assistere a certe cose e non intervenire, di persona o con una segnalazione a chi di dovere, è un gesto incivile, ancorpiù in questi periodi di grande fatica economica, le ho fatto presente che se fosse successo alla nostra casa lei stessa si sarebbe indignata moltissimo, ma che vivendo a Candia deve considerare il paese stesso come "nostra casa". Queste cose le ho sempre ripetute, ma spesso, ed è una cosa difficile da contrastare, prevale il pensiero di gruppo (inteso come branco) dei ragazzi, che appunto prediligono l'omertà perchè hanno paura di fare la figura degli spioni (paura che io ho sempre osteggiato). Spero prima o poi di infondere un po di senso civico ai mei figli, ma è davvero dura in questa società cosi individualista!!!
RispondiEliminaInsisti e non scoraggiarti! Prima o poi i risultati si vedono.
EliminaGiustamente dici che è dura. E probabilmente questo è un altro motivo dell'individualismo e di tutto quello che ne consegue. Essere individualisti e trasferire questo tipo di educazione è molto meno faticoso. E' più difficile (e spesso scoraggiante) dire dei NO motivati che lasciar correre e permettere tutto. Spesso, purtroppo, anche un NO senza spiegazioni è facile e immediato, ma controproducente. Ho sempre considerato che la parte più difficile di una qualsiasi educazione è quella dei "perchè": rispondere in maniera adeguata ai "perchè" è difficile, faticoso e impegnativo. Ma è la miglior dimostrazione dell'attenzione che rivolgiamo al nostro interlocutore: abbiamo sentito la sua domanda, l'abbiamo capita e analizzata, gli diamo una risposta chiara e comprensibile.
RispondiEliminaLa tradizione di festeggiare la fine di un anno e l'inizio di uno nuovo è nota a tutti e se non tutti ma quasi, magari in modi diversi, la osservano. C'è chi brinda, chi si bacia, chi si cimenta con fuochi o fontane luminose, chi con altro ancora. Il festeggiare è fine a se stesso ma è anche condivisione di gioia con chi ti sta attorno. Come in tutte le cose, anche in questo caso, esistiono gli eccessi che ogni anno provocano morti, feriti e danneggiamenti. Considerato che si auspicherebbe il trarre beneficio dagli errori commessi (da noi stessi o anche da altri) allo scopo di non commeterne o almeno di commeterne meno in futuro mi auguro che quanto commesso a capodanno possa almeno diventare di esempio per futuri festeggiamenti: errare è umano, perseverare è diabolico.
Il dibattito che sia questo blog sia la pagina fb ha ingenerato ritengo stia avendo un 'importante azione sulle dinamiche e sulle interazione della comunità sopratutto per quando riguarda fatti come quello che ha riguardato il danneggiamento di un edificio importante e cuore della comunità: le nostre scuole. Mi è infatti piaciuta molto l'affermazione di Susanna che dice riferita agli immobili pubblici e a tutto il paese "casa nostra".
Domani entreranno nel vivo le indagini per i vetri rotti, in un post su fb avevo affermato che giustizia va fatta e ne sono sempre convinto. Ma credo anche che esita il perdono per chi si pente e riconoscendo le proprie colpe si renda disponibile a ripagare i danni, direttamente o anche attraverso dei servizi da randere al paese. Ora la parola va ai "festeggiatori" :recuperate la vostra dignità.
Stefano Tonetti
Grazie dell'intervento. Per due motivi:
Elimina1) lo interpreto come intervento dell'Amministrazione, non soltanto di Stefano. E ciò mi fa piacere, perchè questo blog, naturalmente, è aperto anche ai nostri rappresentanti, sia di maggioranza che di opposizione. In questo spazio è possibile criticare e deve essere possibile rispondere alle critiche. Anche sapendo che non sempre le critiche possono essere corrette e non sempre le risposte possono essere condivise.
2) trovo interessante la proposta di "risarcimento danni" attraverso l'esecuzione di servizi utili al paese. Personalmente, non ti nascondo che una parte del mio pensiero va ancora al "castigo", inteso nel senso tradizionale del termine. Ma su questo punto potrebbe essere interessante sentire il parere di chi segue questo blog.
sarebbe utile sapere almeno l'età dei responsabili..oltre ai 20 anni sarei molto meno tollerante, sopratutto se sono gli stessi che da tempo rompono le scatole sotto il viale.
RispondiEliminaAspetto, con te, di soddisfare questa curiosità: sono ragazzi o sono adulti? (adulti si fa per dire, forse per età anagrafica. Ma per cervello?)
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