mercoledì 21 novembre 2012

Un primato avvilente

L'occasione è troppo ghiotta per lasciarla perdere. Questo è l'articolo di fondo del Corriere della Sera di oggi. Giuro che non l'ho avuto attraverso "amicizie" particolari. Giuro anche che il signor Rizzo non l'ha scritto prendendo spunto da questo blog!

"Ultimi per crescita economica, occupazione e produttività, ci presentiamo in Europa con un avvilente primato: quello dell'export dei rifiuti.
Da anni Napoli e la Campania spediscono la spazzatura ai termovalorizzatori sparsi per il continente. La più recente destinazione conosciuta è l'Olanda, che si offre di bruciarla al modico prezzo di 150 euro la tonnellata.
E adesso tocca persino all'immondizia di Roma finire sul mercato. L'azienda municipalizzata del Comune ha indetto una gara europea per lo smaltimento di 1.200 tonnellate al giorno: andranno a chi pretenderà la cifra più bassa per trasformarle in energia elettrica. Da tre anni non si riesce a individuare il sito, dicono provvisorio, per i rifiuti che l'ormai satura discarica di Malagrotta, la più grande d'Europa, non può più accogliere. Così il Campidoglio si è arreso: la raccolta differenziata è stimata al 25 per cento, 40 punti in meno rispetto al valore da raggiungere in base alle norme europee entro dicembre, e mancano gli inceneritori.
A Parma, invece, l'impianto verrà completato ma non brucerà i rifiuti della città. Al massimo quelli degli altri Comuni del circondario. Il sindaco Federico Pizzarotti, del Movimento 5 Stelle, non può bloccare l'inceneritore, visto che la competenza è della Provincia, ma intende tener fede alla promessa elettorale. Sarà dunque per paradosso esportata anche la spazzatura dei parmigiani, magari insieme a quella della Valle D'Aosta che con un referendum votato dal 94 per cento dei cittadini domenica ha detto no al «pirogassificatore»?
Nessun altro Paese d'Europa ha una situazione come la nostra. In Germania finisce sotto terra meno del 3 per cento dei rifiuti urbani. In Italia oltre il 50 per cento, e poco importa che entro il 2020 le discariche (come pure gli inceneritori) dovranno essere bandite. Il territorio nazionale ne è disseminato, con devastazioni ambientali inimmaginabili e rischi gravissimi per la salute. Secondo i magistrati siciliani la discarica di Bellolampo, in cui per anni è stata sversata la spazzatura di Palermo, avrebbe inquinato le falde acquifere nei pressi della quinta città italiana nella più completa indifferenza degli amministratori.
Storie purtroppo tragicamente normali per questa Italia, incapace di affrontare e gestire anche problemi apparentemente semplici per qualunque Paese civile. Un'Italia dove i livelli decisionali sono troppi, confusi e perennemente in lotta tra di loro. Dove tutto diventa sempre emergenza, generando spinte emotive che la politica, prigioniera di veti incrociati che paralizzano ogni scelta, non è in grado di governare. E dove quindi cose altrove normalmente realizzabili si rivelano missioni impossibili.
La mediocrità della classe dirigente è insieme causa e conseguenza di questo stato di cose. Il ministro Corrado Passera ha parlato di una situazione causata a Roma da «anni e anni di non azione», durante i quali era molto più facile, e sul momento anche meno costoso, gettare i sacchetti dell'immondizia in discarica anziché affrontare seriamente il problema. Di volta in volta passando il cerino acceso ai successori.
Bel modo di amministrare.
Come è davvero una bella figura quella che ora facciamo davanti a tutto il continente chiedendo se qualcuno ci può aiutare a smaltire l'immondizia della capitale.
Pensate un po', proprio nel bel mezzo della «Settimana europea della riduzione dei rifiuti», una campagna sostenuta da Bruxelles per sensibilizzare al problema i cittadini dei 27 Paesi dell'Unione.
Che tempismo...
Sergio Rizzo"
Mi sembra già di sentire i soliti commenti: "Napoli, Palermo, Roma, sempre al sud capitano queste cose!".
E, invece, si parla anche di Parma e Valle d'Aosta.
E, invece, la nostra percentuale di raccolta differenziata (provincia di Pavia, in particolare la Lomellina) non è molto diversa da quella di Roma o Napoli.
Napoli, dove sono nate le aziende più innovative nel settore del riciclo.
Napoli, dove si stanno diffondendo le postazioni per il recupero delle bottiglie di plastica, con rilascio di "buono sconto" valido nei supermarket (come in Svezia, Danimarca, Germania e a Casale Monferrato).
Ma noi siamo "superiori", mica degli incivili come al sud!
Così "superiori" che buttiamo gli scatoloni, neanche piegati, nel cassonetto della indifferenziata; dove si possono trovare anche bottiglie, ventilatori rotti e sedie intere.
Noi mandiamo tutto all'inceneritore di Parona, con somma felicità dei paronesi (si dice così?) che hanno scoperto di vivere in un paese più inquinato di Milano, che hanno trovato diossina nelle uova e che si allarmano per la propria salute.
Ma fra otto anni l'inceneritore sarà "bandito".
Beh, abbiamo ancora sette anni e mezzo per pensarci. Poi faremo le cose di corsa; e se ci costeranno di più, pazienza. Potremo sempre lamentarci dei "continui aumenti delle tasse"!
Intanto, aspettiamo quella famosa riunione con i rappresentanti del CLIR: forse come regalo di Natale? Di quale anno?

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